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giovedì 26 aprile 2012

IL PASCIA' ISMAIL

Da ormai un anno, un paio di volte a settimana, Carlo verso le sette di sera arrivava a casa di Ismail, suonava al suo campanello, aspettava una decina di minuti che l’uomo scendesse, poi lo faceva salire in macchina aprendole lo sportello.
Durante il tragitto di solito regnava il silenzio, Carlo poteva parlare solo per rispondere a eventuali  domande che le venivano fatte da Ismail, dopo circa mezzora,  parcheggiava l’auto sotto la sua abitazione e faceva scendere Ismail aprendole la portiera come un ossequioso autista.
A volte capitava che alcuni vicini di casa passando vedessero la scena, Carlo si sentiva divampare dalla vergogna, era una situazione cosi bizzarra, l’aveva accettata per forza per amore per non perdere definitivamente sua moglie.
Appena entrati in casa,  Giorgia la  moglie di Carlo,andava ad inginocchiarsi ai piedi di Ismail e con devozione gli e li baciava.
Tutto avveniva come in un rituale, Ismail dopo essere stato omaggiato da Giorgia senza quasi guardala andava a sedersi sul divano, Ismail è un uomo di quarantotto anni corpulento, non molto alto circa uno e sessanta, carnagione olivastra e uno sguardo magnetico, da un anno è l’amate padrone di Giorgia e domina entrambi i coniugi.
Giorgia ha ventinove anni è bionda naturale, un fisico asciutto e ben tornito, più alta di circa 10 centimetri rispetto a Ismail veramente un bel tipo sempre elegante in modo sobrio mai volgare, per Ismail prova una passione incredibile, ha completamente perso la testa per il suo amate ed è disposta a fare qualsiasi cosa per lui.
Carlo è un bel uomo trentacinquenne, fisico asciutto e muscoloso di indole sottomessa sempre pronto ad ubbidire sia alla adorata e amatissima moglie che al suo amante il loro maschio dominate.
Mentre Giorgia, toglieva le scarpe a Ismail, Carlo portava una bacinella di ceramica con del acqua profumata e la deponeva ai piedi del uomo comodamente seduto con aria da pascià, Giorgia inginocchiata davanti a lui dopo averle tolto le scarpe e sfilato le calze le baciava nuovamente i piedi, poi gli e li immergeva nel catino e comincia a lavarglieli, Carlo si inginocchiava di fianco a lei attendeva che la moglie avesse finito poi le porgeva un asciugamano.
Quella sera contrariamente al solito, invece di prendere l’asciugamano, Giorgia con un gesto a sorpresa, sciolse i suoi lunghi capelli togliendo il mollettone che li teneva raccolti e cominciò a strofinarli sopra i piedi di Ismail fino ad asciugarglieli completamente.
Ismail impassibile come se tutto le fosse normalissimo stava seduto su divano in modo regale, senza darlo a vedere si godeva quella situazione, i coniugi erano inginocchiati davanti a lui lo guardavano da sotto verso l’alto, il lavarle i piedi era una chiara promessa di fedeltà obbedienza e rispetto.

Qualche mese prima, Giorgia in estasi completamente rapita al culmine di un furibondo amplesso le aveva detto che voleva essere sua in modo totale , come una schiava e si sarebbe sottomessa ai tutti i suoi desideri, da allora tutto era diventato molto più eccitante nel loro rapporto.
Carlo era stato messo al corrente della loro relazione proprio da Giorgia che alla fine le aveva anche detto in modo esplicito
“Se lo accetti e non dai problemi va bene, altrimenti chiedo il divorzio e non mi vedi più.”
Lui innamoratissimo con la disperazione di chi sa che sta per perdere tutto, aveva accettato il ruolo di passivo sottomesso, diventando praticamente un servitore.
Giorgia inizialmente aveva un rapporto alla pari con Ismail ma poi grazie alle sue eccellenti doti amatoriali, era diventata sua schiava, già dopo la prima scopata aveva perso la testa, sentire il vigore di quel maschio potente dentro di lei la faceva impazzire, l’impeto e la forza con qui la possedeva era per lei afrodisiaco.
Da quel momento in poi Ismail era diventato il maschio dominate, venerato come un dio, da tutti e due, soprattutto da Giorgia che non perdeva occasione per esaltare la sua virilità e potenza sessuale.
Adesso tutto il loro mondo sessuale ruotava intorno a Ismail e al suo modo di possedere Giorgia, ma lui non si accontentava solo della sfera sessuale lui voleva dominare in tutto.
“Non  avete nessun diritto, vi userò come voglio, mi dovete ubbidienza totale” le diceva.

“Spogliami che adesso ho voglia di godere.” Ordinò a Giorgia.
Lei le si avvicinò restando in ginocchio e cominciò a spogliarlo con gesti pieni di devozione, quando fu nudo lei le prese il pene, lo insalivò bene, le lecco la punta e lo imboccò, fino in gola e per almeno un quarto d’ora lo spampinò risucchiandolo con abilita, fino a farlo esplodere.
Ismail si rilassò un po’ facendosi servire da bere poi schioccò le dita facendo segno a Giorgia di precederlo in camera, obbediente lei lo precedette, Ismail le diede delle sculacciate sul sedere, mentre camminava, lei addirittura protese i glutei in fuori in segno di offerta.
Arrivati in camera Ismail chiuse la porta in modo che il marito fosse escluso da quello che stava succedere tra di loro.
A Carlo non rimaneva altro che rimanere fuori dalla porta a sentire i sospiri e i gemiti di piacere di sua moglie, ultimamente si eccitava a sentirla, dopo poco partiva con la mano e si masturbava immaginandola mentre Ismail la possedeva in modo virile duro, facendola sentire donna felice ed appagata. 

lunedì 16 aprile 2012

HOLDING BACK THE YEARS

SIMPLY RED
holding back the years – Fermando gli anni
thinking of the fear i’ve had so long – pensando alla paura che ho avuto per così tanto tempo
when somebody hears – Quando qualcuno sente
listen to the fear that’s gone – ascolta la paura che se ne è andata

strangled by the wishes of pater – Strangolato dai desideri del padre
hoping for the arms of mater – sperando nell’abbraccio della madre
get to meet her sooner or later – la incontrerò prima o poi

I’ll keep holding on – continuerò ad aspettare
I’ll keep holding on – continuerò ad aspettare

holding back the years – Fermando gli anni
chance for me escape from all i’ve known – occasione per me di scappare da tutto quanto avevo conosciuto
holding back the tears – Fermando le lacrime
cause nothing here has grown – perchè niente qui è cresciuto
i’ve wasted all my tears – ho sprecato le mie lacrime
wasted all those years – sprecato tutti questi anni
and nothing had the chance to be good – e niente ha avuto la possibilità di andare bene
nothing ever could – niente mai potrà

i’ll keep holding on – continuerò ad aspettare
i’ll keep holding on – continuerò ad aspettare

that’s all i have today – questo è tutto quello che ho oggi
that’s all i have to say – questo è tutto quanto ho da dire

venerdì 13 aprile 2012

Il denaro è come il sesso: se non l'hai non pensi ad altro. Se lo hai pensi ad altro. James Baldwin

martedì 10 aprile 2012

IL MASCHIO DOMINANTE

Mia moglie Marta ha 31 anni è una bella morettona, formosa ma ben proporzionata, una gran bella donna, lavora come cameriera nel ristorante più rinomato della nostra zona.
Siamo sposati da quattro anni e almeno da due è l’amate del proprietario, una uomo di 62 anni tarchiato con i pochi capelli rimasti grigi, un tipo molto arrogante dispotico con tutti soprattutto con i dipendenti, tanto che il personale cambia spesso per via dei suoi modi bruschi e per il suo modo di gestire il locale come fosse il suo feudo, infatti lo ha chiamato proprio
“ IL FEUDO”  e fa vestire i dipendenti in abiti medioevali, le povere cameriere devono servire ai tavoli con quei abiti lunghi e ingombranti cuffiette in testa e grembiuloni  che le arrivano fino ai piedi, nonostante l’aria condizionata dopo dieci minuti sono tutte sudate come delle fontane.
Lui di cucina non se ne intende, non credo abbia mai cucinato neanche un uovo sodo, al inizio ha sfruttato le doti culinarie della moglie che era la proprietaria del ristorante lasciatogli dai genitori e lavorava come una matta mentre lui sempre in giacca e cravatta, stava alla cassa a riscuotere, la povera donna circa 3 anni fa è morta di infarto mentre stava lavorando, lasciandolo libero e ricco, avendo guadagnato tanti soldi ingaggia i migliori cuochi e il locale è sempre pieno nonostante i prezzi piuttosto alti.
Vincenzo, cosi si chiama è un tipo a qui piace dominare e umiliare, ha cosi trovato la sua giusta posizione con me e mia moglie, che abbaiamo un carattere remissivo.
Io non sono un suo dipendente, lavoro in una azienda nel paese vicino al nostro, però spesso le faccio da autista o lo accompagno quando esce a fare due passi, le vado a comprare il giornale, le sbrigo delle commissioni, lui mi da ordini secchi e decisi che non ammettono repliche, insomma il nostro è un classico rapporto servo-Padrone, nei giorni festivi vado anche ad aiutare al ristorante come lavapiatti aggiunto, per dare una mano alla donna che lavora li regolarmente, per Vincenzo è molto eccitante vedere che faccio lo sguattero per lui, dice che gli e lo fa venire ancora più duro quando scopa mia moglie in tutti i modi possibili, nonostante la sua età è ancora molto vigoroso usa mia moglie sessualmente oltre ogni limite, le ha fatto capire che lei è solo un mezzo “ La sua svuota coglioni.” cosi la chiama.

Abitando in un piccolo paese, la gente sa tutto di tutti e su di noi si fanno molti pettegolezzi, anche perché
Vincenzo non cerca affatto di essere almeno un po’ discreto, infatti anche al ristorate davanti a dipendenti e clienti, a volte la palpeggia, a volte la tira a se cercando di baciarla lei prova a sfuggirle ma senza troppa convinzione per vergogna e se lui insiste cede e si baciano senza pudore.
Io nonostante sia irritato provo un senso di servile soggezione nei confronti di quest’ uomo cosi arrogante, soprattutto quando ha questo atteggiamento di desiderio erotico verso mia moglie.
Marta sostiene che per lei l’uomo è fatto per dominare e la donna per ubbidire e servirlo le piace essere umiliata, ama lasciarsi trattare da schiava. Se Vincenzo le ordinasse di camminare a quattro zampe lo farebbe immediatamente, in oltre a tutti e due piace subire la frusta come segno di sottomissione

Qualche domenica fa, stavo lavando le padelle del fritto da quasi due ore, la patina di grasso da scrostare era durissima, Vincenzo entrò in cucina e venne direttamente da me nella zona dell’acquaio dove stavo lavorando.
–Prendi uno straccio e vai a pulire il cesso, che un cliente ha vomitato dappertutto.
Fu l’ordine secco.
Io presi il secchio e lo straccio e lo seguii camminando dietro di lui, come al solito in un abito elegante, mentre io avevo un grembiule in cerata marrone e i guanti di gomma.
Attraversammo la sala sotto gli sguardi dei clienti, molti dei quali mi conoscevano, davanti ai bagni alcuni di loro aspettavano con aria disgustata.
-Adesso l’inserviente pulisce. Ha detto.
Mi sono messo a pulire vincendo lo schifo del odore, umiliato come non mai davanti a quelle persone che chiacchieravano tra di loro, qualcuno faceva battute pesanti,Marta che ha seguito la scena mi guardava in modo strano, un misto tra disprezzo e compassione, anche Vincenzo guardava con aria trionfante.
Qualche ora più tardi quando tutti i clienti  e dipendenti se ne erano andati e il locale era chiuso ha ordinato a me a Marta di metterci con la faccia rivolta ad una parete della sala, mia moglie aveva un espressione di paura e cieca ubbidienza che mi eccitava, ci ha frustato molto forte sulle natiche e sulle cosce, Marta si contorceva dal dolore ad ogni colpo, ma non si lasciò sfuggire nemmeno un lamento mentre invece io oltre a qualche urlo mi sono anche messo a piangere e lo imploravo di smettere ma più urlavo
Pietà pietà Padrone, vi prego basta Padrone pietà”.
Più lo imploravo più lui mi frustava con forza, quando finalmente ha smesso ha detto.
“Ti meriti una punizione esemplare per non aver subito la frusta in silenzio, questa volta ti inculerò.”
“No, la prego Padrone. Tutto ma non questo Padrone.”
Lui si e messo a ridere sonoramente, era troppo umiliante cosi davanti a mia moglie.
“ Sono sicuro che ti piacerà farti rompere il culo schiavo.”
Mi ha sputato sulle chiappe e mi ha infilato un dito.
“ Ti conviene rilassarti al massimo o sentirai molto male”
Ero in preda al terrore al disgusto e alla vergogna, ho sentito il glande appoggiarsi al mio ano e poi ha affondato con forza, ho urlato.
“Taci puttanella, spingi in dietro il culo che no è ancora tutto dentro” e affondò ancora di più, ormai non avevo più una briccola di orgoglio.
Mi stava inculando duramente con possenti colpi, ero sfondato spaccato in due al improvviso ho sentito che veniva emettendo grugniti osceni, il suo sperma quasi bollente mi arrivò fino nelle budella, stava godendo nel mio culo mi stava riempiendo di sborra ed io subivo sotto gli occhi di mia moglie umiliato e peno di vergogna,
“Sei una femminuccia ti farò diventare una troietta vogliosa al mio servizio e di chi ne avrò voglia io”
Disse con deprezzo.
Pur essendo disgustato di me stesso e del mio servilismo, mi sentivo pieno di felicità.

giovedì 5 aprile 2012

DRIVE

Cars
Who’s gonna tell you when – Chi ti dirà quando
it’s too late – E’ troppo tardi
who’s gonna tell you things – Chi ti dirà quando le cose
aren’t so great – Non sono così grandi
you can’t go on – Non puoi andare avanti
thinking nothing’s wrong – Pensando che niente è sbagliato
who’s gonna drive you home tonight – Chi ti porterà a casa stanotte
who’s gonna pick you up – Chi ti rialzerà
when you fall – Quando cadi
who’s gonna hang it up – Chi alzerà (il telefono)
when you call – Quando chiami
who’s gonna pay attention – Chi presterà attenzione
to your dreams – ai tuoi sogni
who’s gonna plug their ears – Chi tapperà le orecchie
when you scream – Quando urlerai
you can’t go on – Non puoi andare avanti
thinking nothing’s wrong – Pensando che niente è sbagliato
who’s gonna drive you home tonight – Chi ti porterà a casa stanotte
who’s gonna hold you down – Chi ti terrà stretta a se
when you shake – Quando tremerai
who’s gonna come around – Chi ti starà vicino
when you break – Quando ti isolerai
you can’t go on – Non puoi andare avanti
thinking nothing’s wrong – Pensando che niente è sbagliato
who’s gonna drive you home tonight – Chi ti porterà a casa stanotte

domenica 1 aprile 2012

VITA DA SERVA

Erano circa le due del pomeriggio e stavo facendo un pompino al Signor Cosimo, lo succhiavo a fondo facendole una gola profonda, a lui piace sentire l’uccello completamente ingoiato e di solito viene subito, invece quel giorno si ritirò indietro e mi disse di leccargli i testicoli gonfi, poi mi fece sdraiare e cominciò a lavorarmi in mezzo alle cosce penetrandomi a fondo, mentre stavamo godendo insieme ho visto entrare la signora Luisa. 
Mi chiamo Giuliana ma da quando sono a servizio tutti mi chiamano Lina la famiglia dove lavoro è la più ricca del piccolo pesino di provincia dove vivo, i miei padroni sono proprietari di terreni dove lavorano diversi contadini, il supermercato l’unico del paese, un impresa edile, persino della squadra di calcio nonostante le loro possibilità economiche e la grandezza della loro casa sono l’unica domestica naturalmente vivo nella casa padronale e la mia giornata lavorativa è senza limiti con incombenze a 360 gradi, sono cuoca, cameriera, facchina, sguattera, se capita infermiera e sono stata anche bambinaia.
Il signor Cosimo è il patriarca ha 72 anni temperamento d’acciaio un autentico sovrano che regna su tutto persino sulle sorti del paese in quanto è molto influente e per esempio molto spesso vengono eletti come sindaci o assessori persone gradite da lui, vedovo da circa 20 anni, da quando è mancata sua moglie regolarmente un paio di volte a settima, viene a trovarmi nella mia stanzetta “uno sgabuzzino sena aria ne luce di tre metri per due” dove vi è in letto e un piccolo tavolo, soddisfo tutte le sue voglie sessuali che nonostante l’età sono ancora molte.
Suo figlio il Signor Armando ha 51 anni cura i loro affari senza avere il carisma dell’ padre è un buon manager,sua moglie la Signora Luisa ha 41 anni molto bella e snob ogni tanto si occupa di beneficenza in parrocchia ma generalmente passa il tempo a chiacchierare prendendo il te con le amiche
La loro figlia Simona ha 18 anni ed è una ragazza molto viziata e disordinata.
 Io ho 37 anni un tempo ero considerata la ragazza più bella del paese, sono stata molto corteggiata nonostante non mi sia mai stato permesso di usare trucchi cosmetici e persino di andare dal parrucchiere un amica di famiglia di tanto in tanto mi pratica il taglio a scodella o a spazzola.  
Oggi il mi aspetto fisico è un po’ cambiato per via del duro lavoro, fondamentalmente sono sempre a loro disposizione a qualsiasi ora e nessuno della famiglia è molto dolce con me, sono abituati a comandarmi e pretendono di essere ubbiditi sempre in qualsiasi richiesta, solitamente  la mia giornata comincia  alle cinque e trenta per le sei devo essere pronta in divisa, grembiule, zoccoli e fazzoletto in testa.
Dopo aver servito loro la colazione fino alle undici e trenta svolgo i lavori pesanti.
Lavare tutti i pavimenti in ginocchio ogni giorno domenica compresa, tutti i vetri delle finestre un giorno sì e l'altro no, lavare a fondo i bagni e la cucina tutti i giorni, lavare tutte le scale un giorno sì e uno no.
Dalle undici e trenta in poi devo preparare i pranzo che io stessa servirò, all’ una ho una pausa di quindici minuti per consumare il pasto in piedi in quanto in cucina dove non ci sono sedie, dopo aver lavato i patti ho il permesso di riposare per un altro quarto d’ora, dove posso liberamente andare in bagno mentre al di fuori di quel quarto d’ora devo chiedere il permesso.
Il pomeriggio devo fare la spesa, e servire il tè alla signora Luisa e le sue amiche dalle diciotto e trenta mi dedico alla preparazione della cena che servirò alle venti, dopo aver lavato piatti e pulito la cucina e la sala da pranzo lucido l’argenteria solo una volta finto tutto posso andare a dormire, più o meno questo è la giornata tipo, ma spesso ci sono ospiti a cena e gli orari si dilatano

La signora Luisa aveva uno sguardo arrabbiatissimo  mi guardò con due occhi gelidi, quando suo suocero il Signor Cosimo si accorse di lei con calma le disse.
-Ah ciao Luisa. Come se niente fosse, per il signor Cosimo scoparsi la serva era una normale attività ricreativa che svolgeva da sempre, io mai e poi mai mi sono illusa di essere considerata qualcosa di più.
-Serva sei e serva rimarrai. Mi ha sempre detto.
La signora Luisa lo sapeva in casa e addirittura in paese tutti lo sapevano, come tutti  sanno della relazione segreta che il Signor Cosimo ha con la signora Patrizia 51 enne sindaco del paese, naturalmente sposata, con Mario un dirigente dell’impresa edile di sa proprietà.
Eppure era stupita, a volte sembrava addirittura gelosa di me, tra di noi non c’era mai stato un gran che certo quando le facevo il bagno e la lavavo le praticavo lunghi palpeggiamenti qualche volta le baciavo le tette e le succhiavo i capezzoli, soprattutto però le piaceva da morire farsi leccare i piedi, cosa che ho sempre fatto con immenso piacere, specialmente quando rientrava da una passeggiata con le amiche.
Alle tre e mezza l’orario in qui vado ad aiutarla a prepararsi per ricevere la amiche al ora del te, mi guardò con disprezzo mi ordinò di metterle lo smalto rosso sulle unghie dei piedi, prima di cominciare l’operazione senza che mi fu chiesto niente le baciai i piedi con profonda devozione e poi le passai a lingua tra le dita, sentii che si sciolse e si eccitava, decisi di osare quello che no avevo mai osato fare risalii tutta la gamba fino alla parte alta della coscia e poi le abbassi la mutandine e cominciai a leccarle la vagina umida, non so per quanto tempo sono andata avanti ma mi ritrovai con la faccia coperta dalle sue secrezioni e dalla mia saliva.
Quando la signora Luisa si riprese dal orgasmo mi disse
-Non pensare di cavartela cosi facilmente, meriti una punizione per esserti fatta scopare da mio suocero, sai che sei la mia schiava.
-Ma come potevo rifiutare padrona ?
-Zitta e vai a preparati per servire il te, veloce, poi faremo i conti.