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venerdì 12 ottobre 2018

UN SABATO SERA




Da dietro il bancone del bar, Marilena quella sera d’estate negli anni settanta capì che era ad uno svincolo e in base a cosa avrebbe deciso la sua vita sarebbe cambiata.
Cercava di non pensarci e continuava a lavorare, serviva i clienti ai tavolini, lavava le tazzine puliva il bancone.
La signora Federica moglie del titolare il signor Antonio la guardava con aria pensierosa, Antonio invece la guardava con desiderio come sempre, d’altronde aveva 17 anni era alta un metro e settanta, 65kg di peso un bel seno prosperoso, gambe lunghe, capelli castano chiaro lunghi fino sotto le spalle raccolti in una coda di cavallo, viso dolce occhi nocciola, da quando c’era lei il bar si era riempito di clienti anche se era un bar vecchio stile, Antonio e sua moglie erano una coppia di sessantenni decisamente sovrappeso e non belli di aspetto, Arturo il loro unico figlio un ragazzo che inspiegabilmente era  alto e muscoloso con un viso duro naso aquilino, capelli lunghi da capellone del epoca con gradi basette, aveva 22 anni ed era buono di carattere generoso e altruista.
Arturo era seduto al tavolino esterno con Edoardo il suo amico anche lui 22 enne fisico massiccio e occhi grigi di ghiaccio uno sguardo penetrante che Marilena si sentiva scrutata dentro da quello sguardo.
Da un paio di mesi lei e Edoardo stavano insieme o meglio facevano sesso in modo appassionato nessuno lo sapeva si erano sempre visti di nascosto, magari a casa sua di lui che viveva solo essendo rimasto orfano da un paio di anni, non era una vera relazione, era come se lui si ricordasse di lei solo quando aveva voglia di sesso, lei invece era presa da lui anche se sapeva che non è che lui fosse innamorato.
La sera prima all’ ora di chiusura Arturo si era offerto di accompagnarla a casa in macchina e davanti al portone dove abitava si era dichiarato.
Le aveva detto che era perdutamente innamorato di lei e voleva fidanzarsi seriamente e poi sposarsi.
Lei era rimasta sorpresa non se lo aspettava aveva trovato la scusa che era giovane per fidanzarsi seriamente, e voleva pensarci un po’ prima di prendere una decisone cosi importante.
Il giorno prima Edoardo le aveva fatto vedere una pistola che aveva comprato da un noto malvivente della zona quella stessa mattina, era una Walther PPK calibro 9.
-Cosa devi fartene di quel arma ?
Le aveva chiesto stupita e spaventata.
-Con questa svoltiamo, cambiamo vita, sabato sera portiamo via l’intero incasso del bar dei genitori di Arturo.
-Ma sei matto io ci lavoro. Gridò
-Sabato sera scappi con me, e non avrai più bisogno di fare la sguattera per poche lire da quelli.
-Ma Arturo e tuo amico ! aveva detto Marilena.
-Ma quale amico è solo uno fortunato che ha i genitori con i soldi.
-Oh capirai che soldi fanno fatica anche loro a tirare avanti. Rispose Marilena.
Basta sabato faccio il colpo, se vuoi venire via con me bene senò rimani pure li a fare la schiava. Rispose urlandole in faccia.
Non si erano detti più neanche una parola fino a quando sotto casa di Marilena lui l’aveva baciata con passione sulla bocca e lei aveva risposto al bacio, poi era uscita dal auto ed era tornata a casa.
Era pasta la mezzanotte quasi tutti i clienti se ne erano andati, Marilena i i genitori di Arturo stavano iniziando le pulizie prima della chiusura, quando Antonio si trovò vicino alla cassa Edoardo si avvicinò, a Marilena tremavano le gambe, Edoardo tirò fuori la pustola.
-Antonio  dami tutti i soldi che hai in cassa !
-Ma cosa dici sei matto Edoardo ?
-SBRIGAI. Urlò
Due carabinieri che di solito passavano al bar a prendere un caffè nel turno di notte per puro caso entrarono nel bar proprio in quel attimo.
-Che succede, ragazzo butta a terra l’arma. Dissero.
Ma Edoardo si era già girato e sparò verso di loro colpendone uno in testa e l’atro ad una spalla, entrambi i carabinieri caddero a terra uno morto e l’altro ferito.
-DAMMI STI CAZZO DÌ SOLDIII. Urlo Edoardo ad Antonio.
Antonio si apprestò velocemente a consegnarle il denaro del incasso circa 600 mila lire.
Edoardo li prese e li mise nella sacca che teneva a tracolla.
Poi guardò Marilena con i suoi occhi di giaccio che la ipnotizzavano.
Marilena lasciò cadere lo straccio che aveva in mano e corse verso di lui uscirono dal bar e in quel istante due colpi di pistola li colpirono entrambi.
Prima di morire Marilena vide Arturo con uno sguardo perso nel vuoto e ancora in mano la pistola del poliziotto che aveva raccolto da terra e con la quale aveva sparato.