venerdì 20 marzo 2015
Spesso gli unici limiti che abbiamo sono quelli che noi stessi ci poniamo.
Zig Ziglar
martedì 10 marzo 2015
Giudica un uomo dalle sue domande piuttosto che dalle sue risposte. Voltaire
domenica 1 marzo 2015
LUDOVICA “Un anno dopo”
Appoggiai il glande
contro la sua vagina e cominciai a penetrarla, lei prese a muoversi dolcemente
come un invito a procedere e andare fino in fondo, inarcò il bacino per
accogliermi, cominciai ad andare avanti e indietro,prima lentamente poi sempre
più velocemente lei gemeva sempre più forte, finché non sentii che
eccitatissima iniziò un travolgente e impetuoso orgasmo, continuai a scoparla
con colpi sempre più decisi, quando la invasai col mio caldo seme il suo
godimento riprese con ancora più intensità. Stremati, ci baciammo sulle labbra
mentre sentivo attenuarsi le contrazioni della sua vagina.
-Sei stupenda. Le dissi
-Sei tu meraviglioso, un
uomo eccezionale, come non ne ho mai incorati. Mi disse lei.
Eravamo nella mia camera
del hotel Majestic da un paio di ore, Ludovica era venuta da me subito dopo
pranzo quando figlia marito e il resto della famiglia stava facendo in pisolino
pomeridiano.
La mattina ci eravamo già
incontrati nel bagno turco *
Ludovica sembrava
insaziabile.
-Questa volta però non mi
scappi, me lo dai vero il tuo cellulare?
-Certo che te lo do, ma
dove abiti? Le chiesi
-Firenze. Rispose lei
-Io Milano, neanche
troppo lontani, circa 250 km
-No non e lontano, poi
con i treni ad alta velocità ci si mette poco.
-Io a volte vengo a Firenze
per lavoro, anche se non molto spesso
Mi resi conto in quel
istante che non sapevamo niente uno dell’ altro, eravamo due sconosciuti.
Eppure sentivo che
eravamo già legatissimi, non sapevamo le nostre età, non sapevamo che lavoro
facevamo, non sapevamo che cosa ci piaceva e cosa detestavamo eppure ci
sentivamo legati nonostante il fatto che ci eravamo visti solo una volta un
anno prima.
-E’ tardi devo andare, si
saranno già svegliati tutti. Disse all' improvviso Ludovica.
-Ci vediamo in spiaggia
più tardi. Le risposi mentre velocemente si rivestiva ed usciva dalla mia
stanza, dopo aver spiato che non ci fosse nessuno nel corridoio.
Uscii dalla mia stanza
dopo essermi fatto una doccia per andare in spiaggia, lungo il corridoio
incontraì il marito di Ludovica che era con altri due uomini grandi e grossi, forse erano
suoi fratelli, velocemente prima che me ne accorgessi mi avevano immobilizzato
e infilato in uno sgabuzzino dove vi erano i carrelli delle cameriere che
riordinavano le stanze, cominciarono a darmi pugni in due mentre uno mi teneva
fermo, poi sentii la lama di un coltello sotto la gola.
-Adesso tu hai mezzora di
tempo per pagare il conto e andartene per sempre da questo Hotel altrimenti fai
una brutta fine.
Mi disse il marito di
Ludovica poi alzò la maglietta e mi fece vedere la pistola che teneva infilata
nel costume.
Non avevo scelta.
Il marito se ne andò
mentre gli altri due mi accompagnarono nella mia camera, mi fecero fare in fretta
e furia le valige buttando dentro tutto alla rifusa, poi mi accompagnarono alla
reception, chiesi il conto e lo pagai, subito dopo mi presero di peso mi caricarono in
macchina, mi portarono fino alla stazione, rimasero li finché non fui salito
sul treno per Milano e aspettarono che parti.
Solo quando fui solo
seduto su quel treno cominciai a sentire il dolore per le botte prese, poi mi
ricordaì che avevo dato il mio numero di cellulare a Ludovica.
Improvvisamente fui preso
dal panico.
-Speriamo non mi cerchi. Pensai.
* Vedi episodio
precedente. Ludovica “ 10 Agosto”
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