Sabato 23 gennaio
Io e Artor siamo appena rientrati dalla nostra
settimana di vacanza, siamo partiti domenica scorsa con l’auto di Roberto e
siamo andati in riviera in un alberghetto gestione famigliare che conosce il
mio amante Artor
Il signor Alfio il proprietario del self service dove
faccio la lavapiatti al inizio non era d’accordo a concedermi la vacanza cosi
al improvviso poi ha parlato con Artor che lo ha convinto
Roberto è rimasto a casa eravamo solo io e lui. Ha
detto che non lo voleva tra i piedi per una settimana e in oltre doveva
addestrarmi a diventare la sua schiava.
Mi ha fatto indossare una gonna color pastello lunga
fino sotto il ginocchio, e una camicetta azzurra che dovevo tenere molto
sbottonata, calze con reggicalze color crema.
In macchina durante il viaggio mi ha detto che dovevo
chiamarlo Padrone e ringraziarlo ad ogni suo ordine.
-Se ti ordino di spogliarti devi farlo anche si ci
sono altre persone.
-Non puoi chiedermi questo, io voglio ubbidirti ma
voglio essere solo tua. Le ho detto.
-O ti spogli davanti a chi ti ordino o ti mollo
subito. Mi rispose lui con tono duro.
Stavo per mettermi a piangere e mi sentivo smarrita.
-Io ti amo Padrone mio, ma mi vergogno troppo.
Artor fu in removibile, se volevo essere la sua amante
schiava dovevo obbedirle ciecamente.
Alla fine le dissi
-Va bene farò tutto quello che mi chiedi.
Per tutta la settimana facevamo l’amore tutta la notte
e di giorno lunghe passeggiate in riva al mare, come due fidanzati, il venerdì
mi ha portato da una parrucchiera mi ha fatto tagliare i capelli molto corti,
prima mi arrivavano sotto le spalle e ne ero fiera erano molto belli, spesso li
raccoglievo con la coda di cavallo, ma quando uscivo con lui li tenevo sciolti,
in oltre fare la tinta biondo platino, e
adesso sembro una puttana.