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lunedì 10 settembre 2018

LUISA 4




Ero andata al lavoro con un vestitino di maglia rosso, che devo dire la verità mi modellava molto bene il corpo, me lo aveva regalato Attilio durate la settimana al mare appena trascorsa, Prima di uscire per la pausa pranzo e raggiungere il bar sotto l’ufficio dove dovevo incontrarmi con lui, mi ero ripassato il trucco rosso sulla bocca in modo marcato come lui voleva che facessi.
Io che prima se mi truccavo lo facevo sempre in modo leggero, odiavo il trucco pesante e volgare, invece adesso per lui mi truccavo pesantemete.
Quando sono entrata lui era già li senza curarsi dei colleghi e le decine di persone che mi conoscevano mi mise un braccio intorno al collo e mi diede un bacio sulla guancia, con la  mano mi pizzicò la punta del seno attraverso la lana sottile.
Era con un altro uomo che non conoscevo anche lui sui 50 anni.
-Carina no ? Le ha detto Attilio mentre mi stringeva i fianchi.
-Che fisico. Ha risposto lui.
-E pazza di me e fa esattamente quello che le dico, se vuoi te la presto per una sera o due. Disse Attilio ridendo.
In quel momento ho provato una vergogna incredibile sono arrossita in volto non sapevo più dove guardare e ho sudato freddo.
Mi sono sentita un oggetto, peggio una puttana che lui poteva prestare senza problemi ai suoi amici, avevo voglia di scappare via ma non dissi niente.
Mi sono sentita umiliata ma anche eccitata.

Tornando a casa la sera stessa trovai mia mamma che stava dando lezioni di stiro a Carlo che si dimostrava molto volenteroso.
Non ero di buon umore, arrabbiata con Attilio e nello stesso tempo lo desideravo sempre di più.
-Amore sei stanca ?
-Mi chiese premuroso Carlo.
Non l’ho neanche degnato di una risposta perché in quel momento mi è arrivato un sms di Attilio.
“ Passo a prenderti alle otto, tacco 12 e trucco pesante mi raccomando no come tuo solito che quasi non si nota e minigonna.” Diceva.
“ Amore sarò pronta per le otto, perdonami per oggi se sono stata un po’ fredda, ma il Bar era pieno di gente che mi conosceva.” Ho risposto.
Lui non ha più scritto niente, lasciandomi in uno stato di angoscia non sapendo se fosse arrabbiato o meno.
-Viene a cena ? Mi chiese mia mamma.
-No passa a prendermi alle  otto.
-Vuoi che ti preparo qualcosa da mangiare ? Chiese mio marito Carlo.
-No non ho fame e forse mangiamo fuori. Ho risposto.
-Lucidami le scarpe con il tacco dodici. Ho ordinato a Carlo.
-Si Amore subito. 
-Brava figlia mia mettiti sexy, vestiti come piace a lui, hai avuto fortuna ad incontrare due uomini così, uno sottomesso è uno dominate.
Invitalo a pranzo domenica.
-Va bene mamma glielo dico.
Ho risposto mentre entravo in bagno per farmi la doccia.

Alle otto meno cinque ero pronta, Indossava un abito stampato era così corto da lasciare quasi completamente nude le cosce, le scarpe con il tacco 12 come richiesto.
Mi arrivò un sms da Attilio. 
“Aspettami giù sto arrivando.”
-Scendo lo aspetto giù. Ho detto a Carlo.
-Amore se bellissima, divertitevi. Mi ha risposto
Rimasi giù davanti a casa ad aspettarlo per più di 20 minuti, vestita così ero a disagio, passarono molte persone che abitavano nel palazzo che mi guardavano in modo incuriosito o sorpreso, non credevano che ero proprio io la brava madre di famiglia vestita così che aspettava quel uomo che da un po’ frequentava casa, anche gli automobilisti che passavano avevo lo sguardo perplesso, qualcuno chiaramente deve aver pensato che ero una puttana a giudicare dal espressione che avevano.
Quando finalmente arrivò Attilio, salii in macchina e le diedi un bacio sulla guancia nonostante tutto felice di vederlo, lui non si accontento mi abbracciò con forza e mi baciò con la lingua io risposi al bacio non curandomi delle persone che passavano e probabilmente mi conoscevano.
Abbiamo viaggiato per almeno 45 minuti finché siamo arrivati  ad una villa fuori città, era un ambiente di classe una tavolata di circa 20 persone con cameriere in divisa che servivano a tavola, improvvisamente, dopo  cena l’atmosfera si era caricata di elettricità  qualcuno aveva messo musica orientale.
Attilio mi guardò e mi disse. 
-Balla.
Mi sono tolta le scarpe mi sono messa il foulard che portavo al colo attorno ai fianchi e ho cominciato a ballare.
Subito mi ha preso il ritmo ondeggiavo i fianchi sempre più velocemente.
Mi sono avvicinata al divano dove era seduto Attilio ondeggiando le braccia tese e spingendo in avanti il ventre, ho fatto una giravolta e ho iniziato mimare i movimenti del Amore sempre seguendo il ritmo.
Alcuni battevano le mani fissandomi sopratutto le gambe
Dagli sguardi ho pensato che qualcuno degli uomini mi avesse preso li sul posto davanti a tutti.
-Dovrebbe stare in un harem. Disse l’uomo seduto vicino ad Attilio, un tipo grasso con i tratti mediorientali.
L’ho preso come un complimento e addirittura mi sono inorgoglita di averle fatto fare bella figura.
Dopo poco sono andata a sedermi sulle ginocchia di Attilio e le affondai la lingua nella bocca, l’uomo seduto di fianco cercò di strapparmi il vestito ma riuscì solo a scucirmelo per una ventina di centimetri scoprendo ancora di più il corpo.
Attilio si alzò e mi fece sedere sulle ginocchia del uomo arabo il quale mi toccò il seno come quasi ad ispezionarlo, poi si alzò e prendendomi per mano mi portò al pino superiore dove vi erano lussuosissime camere, colta da un attimo di terrore perché non vedendo più Attilio feci per uscire dalla camera ma era troppo tardi, l’uomo mi strappo del tutto il vestito e mi getto sul letto, si chinò di me e mi morse i capezzoli così forte che urlai era brutale e maldestro ma ebbi un sussulto.
Mi penetrò di colpo, cominciai a gemere sotto i colpi di ariete che mi infliggeva poco dopo si riversò in me, quando uscì siccome c’è lo aveva ancora duro mi fece voltare e mi penetrò di nuovo.
Poi ci siamo addormentati esausti.

Mi sono svegliata non so quanto tempo dopo in un posto che non riuscivo a identificare c’erano altre due ragazze molto più giovani di me.
Capii dopo molto di essere in un contener caricato su una nave che stava navigando verso non so dove

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