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martedì 20 marzo 2012

ELISA cap 5

La seconda sera  Aminah fece venire a casa tre uomini, io pensavo di dover andare in camera con ognuno di loro a turno invece mi fece mettere dei tappetini nel salotto e dovetti soddisfarli davanti a lei e Antonio che era tornato, cominciai a succhiarli, poi uno si stese su di me e me lo infilò, l’altro mi prese dietro l’altro me lo mise in mano e cominciai a masturbalo, mi vergogno a dirlo ma la situazione mi faceva sentire eccitata e riempita pienamente.
Quando finirono i tre uomini se ne andarono e dando i soldi ad Antonio, Aminah mi ordinò.
-Prima di andare a lavarti ringrazia il tuo padrone del onore che ti concede.
Mi inginocchiai e lo ringraziai di avermi prostituito. Situazione assurda e folle ma devo dire molto eccitante.
Fu in quel momento che si senti un rumore assordante e si aprì di colpo la porta d’ingresso che era stata aperta con un calcio, entrarono tre uomini, uno di loro era Hafiz, tutti e tre avevano in mano una pistola, la puntarono conto Antonio e Aminah, urlando di mettersi con la faccia conto il muro, mentre uno di loro strappava i fili del telefono fisso, Hafiz perquisiva Antonio e Aminah e le sequestrava i cellulari, intanto il terzo uomo cominciava a legare mani e piedi dei due, terminata questa operazione Hafiz mi prese in e mi trascino via con se.
Giù in strada c’era un altro loro complice su un BMW che aspettava con il motore acceso appena saliti parti sgommando.
Dopo circa mezzora di viaggio ad una velocità folle la macchina si fermò vicino al ingresso di un bel condominio signorile in un paese del’hinterland Milanese, io e Hafiz  scendemmo mentre gli altri ripartirono sgommando.
Salimmo per le scale l’appartamento era al secondo piano, Hafiz aprì con le chiavi ed entrammo, era un bellissimo appartamento ben arredato di circa 100 mq.
-Staremo qui per un po’ di tempo saremo io e te da soli. Mi disse
Si avvicinò mi prese tra le braccia e ci baciammo a lungo.

La notte dopo dormivano accanto dopo aver fatto l’amore qualche ora prima, Hafiz mi svegliò  con un tocco deciso sulla spalla.
-Mi scappa da pisciare e non ho voglia di alzarmi.
-Ci sono qui io Padrone per servirti. Gli ho detto.
Spostai le coperte e mi avvicinai al suo sesso, presi in bocca il suo membro e subito arrivo il caldo zampillo, mi sforzai di non tossire per non sporcarlo o infastidirlo.
Bevvi senza remore tutto quello che lui mi diede inghiottendo devotamente e immensamente grata al mio Padrone, poi mi fece girare a pancia in giù cominciò a mettermi un dito nel sedere  per prepararmi alla sodomizzazione, al improvviso mi schiaffeggiò le natiche e subito dopo mio penetrò con colpi decisi sentii parecchio dolore ma sopportabile fino al orgasmo intenso, violento, fortissimo, urlai selvaggiamente e mi sentii sfinita, il mio Padrone a quel punto mi baciò sulla bocca e ancora carico cominciò a sfondarmi la vagina era instancabile potente virile.
-Ti amo Padrone. Gli urlai mentre raggiungevo un altro orgasmo.
Stavamo per riaddormentarci abbracciati erano circa le cinque di mattina quando gli uomini della squadra mobile fecero irruzione nel appartammo, ci puntarono contro le pistole intimandoci di non muoverci, ci hanno consentito di metterci qualcosa a dosso e pochi minuti dopo eravamo già sul cellulare che ci portava in questura.
L’ispettore Franco Carri era un amico di mio padre, fu lui ad interrogarmi .
-Come ci sei finita in questo giro sporco? Mi chiese.
Rimasi in silenzio senza dire niente.
-Se non collabori devo farti mettere dentro e non voglio se mi dici tutto con i nomi te la cavi con poco. Mi disse
Cercava in tutti i modi di aiutarmi e alleggerire la mia posizione ma io mi ostinavo a non dire niente, alla fine dovette per forza farmi portare in carcere.
In qualche giorno mio padre con l’aiuto di un buon avvocato mi fece uscire, ritorni a casa dei miei e ripresi gli studi, tentai di andare a trovare Hafiz in carcere ma mi fu impedito dai miei e dalle autorità, qualche mese dopo seppi che fu rimpatriato e di lui non seppi più nulla, Antonio e Aminah vennero arrestati per spaccio di droga circa un anno dopo.

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