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lunedì 1 giugno 2015

IL BANDITO Parte seconda


Parte seconda

 

Federico stava preparando la cena mentre Gaetano era affondato nella poltrona del salotto con in mano un bicchiere di birra e la testa appoggiata allo schienale, Maria le succhiava piano piano il cazzo.

-E’ proprio come avevo immaginato dalle lettere che mi scrivevi in carcere, sei una porca, la mia svuota coglioni, ah come succhi bene, il cazzo, vedrai schiavetta ne avrai altri tra un po’ da mettere in bocca, quelli dei miei compari, ehi tu cornuto, lo sapevi che le piacciono i cazzi grossi alla mia maiala e tu adesso non riuscirai più a soddisfarla dopo il mio e quelli che le daremo stasera.

Maria continuava a succhiare con impegno l’uccello di Gaetano e sentiva le secrezioni colarle sulle cosce, Federico era ansioso per l’arrivo degli altri tre, sia lui che Maria sapevano che sarebbe stata un esperienza che non avrebbero più dimenticato.

Quando suonò il campanello, Gaetano ordinò a Maria di andare ad aprire la porta cosi come si trovava completamente nuda, lei tremava dalla vergogna.

Quando aprì la porta si trovò di fronte i tre delinquenti che aveva cercato per volere di Gaetano, tutti e tre avevano un aria feroce e la guardarono con eccitazione.

-Entrate, Gaetano vi aspetta. Disse a voce bassa, tremando per la paura che qualche vicino passasse di li e la potesse vedere nuda e indifesa.

Gaetano e i suoi amici si salutarono con calorosi abbracci.

-Quanto tempo è passato. Disse il turco.

-Si finalmente ho finito di scontare la pena e adesso si torna alla vecchia vita. Affermò Gaetano.

- Sedetevi comodi.

-Cornuto porta un aperitivo ai miei amici, e tu Maria fai un pompino a tutti e tre, tanto per cominciare. ordinò Gaetano

Il primo ad aprire i pantaloni e tirare fuori il pene fu Carmelo Russo detto dumbo, e Maria capi subito il perché del soprannome che aveva, pur essendo smilzo Carmelo era superdotato, non aveva mai visto un pene cosi grosso, andò ad inginocchiarsi davanti a lui e cominciò a leccarglielo, poi a fatica lo prese in bocca sforzandosi di ingoiarlo tutto e cominciò a spampinarlo fino a farlo venire nella sua bocca e ingoio tutto, dopo un attimo fu la volta di Angelo Cammarrata detto Turco, che lo aveva di dimensioni più normali e alla fine toccò anche a Salvatore Rizzo detto orso, tutti e tre le vennero in bocca e lei inghiottì sempre ingoiato tutto.

Gaetano e i suoi amici facevano battute volgari ad alta voce e ridevano sguaitamete.

Federico comparve vicino alla porta del soggiorno e disse.

-Signori posso servire la cena quando volete.

-Tu starai in cucina ci servirà a tavola la svuota coglioni. Ordinò Gaetano.

I quarto si sedette a tavola, Maria completamente nuda cominciò a servire a tavola.

-Dunque amici, ho conosciuto questa coppia quando ero in carcere, tramite Don Maurizio, che è diventato il mio padre confessore ed è il parroco del paese.

Federico e Maria erano una coppia modello quando hanno cominciato a scrivermi in carcere, dopo le prime lettere di conoscenza, mi hanno confessato che stavano vivendo una vita piatta senza emozioni e nonostante si amassero avevano bisogno di qualcosa di eccitante nella loro vita, non solo eccitante ma anche perverso e proibito, piano piano si sono messi a nudo e mi hanno raccontato tutte le loro fantasie più perverse.

Le ho scritto anche io e li ho rassicurati che sarei stato in grado di farle vivere tutte le loro fantasie, ma avrebbero dovuto aiutarmi a rimettere insieme la mia vecchia banda, e darci appoggio nelle nostre future attività. Rapine, estorsioni, ricatti, ecc..

Ecco come mi hanno risposto.

Gaetano estrasse dalla tasca dei pantaloni un pezzo di carta piegato, lo aprì poi chiamò Maria.

-Vieni qui e leggi ai mie amici quello che mi hai scritto.

-Si Padrone.

Maria si avvicino prese la lettera dalle mani di Gaetano e cominciò a leggere.

 

Padron Gaetano è la vostra schiava Maria che vi scrive.

Innanzitutto per ringraziarmi di aver capito esattamente di cosa abbiamo bisogno io e mio marito Federico.

Per vivere una vita vera abbiamo bisogno di provare sensazioni forti e di essere dominati, sia sessualmente che psicologicamente da un uomo duro che sappia farsi ubbidire e servire.

Non vedo l’ora di diventare la vostra schiava qui in casa mia con mio marito che farà solo da servitore e al limite ci osserverà.

Ho già contattato, uno dei vostri amici, telefonicamente e si è detto disponibile a tornare in attività con voi quando uscirete dal carcere.

Vostra schiava Maria.

 

Maria aveva letto con voce tremate quello che aveva scritto, si vergognava tremendamente a leggerlo cosi nuda davanti a persone non conosceva.

Era rossa in volto dalla vergogna, piegò la lettera la riconsegno a Gaetano mettendosi in ginocchio davanti a lui, il quale con un gesto bonario le passo la mano sulle testa come si fa con un cane ubbidiente.

-Da oggi comincia per te e per tuo marito una nuova vita, stanne pure certa schiava. Disse Gaetano.  

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