Parte seconda
Federico
stava preparando la cena mentre Gaetano era affondato nella poltrona del
salotto con in mano un bicchiere di birra e la testa appoggiata allo schienale,
Maria le succhiava piano piano il cazzo.
-E’ proprio
come avevo immaginato dalle lettere che mi scrivevi in carcere, sei una porca,
la mia svuota coglioni, ah come succhi bene, il cazzo, vedrai schiavetta ne
avrai altri tra un po’ da mettere in bocca, quelli dei miei compari, ehi tu cornuto,
lo sapevi che le piacciono i cazzi grossi alla mia maiala e tu adesso non
riuscirai più a soddisfarla dopo il mio e quelli che le daremo stasera.
Maria
continuava a succhiare con impegno l’uccello di Gaetano e sentiva le secrezioni
colarle sulle cosce, Federico era ansioso per l’arrivo degli altri tre, sia lui
che Maria sapevano che sarebbe stata un esperienza che non avrebbero più
dimenticato.
Quando suonò
il campanello, Gaetano ordinò a Maria di andare ad aprire la porta cosi come si
trovava completamente nuda, lei tremava dalla vergogna.
Quando aprì
la porta si trovò di fronte i tre delinquenti che aveva cercato per volere di
Gaetano, tutti e tre avevano un aria feroce e la guardarono con eccitazione.
-Entrate,
Gaetano vi aspetta. Disse a voce bassa, tremando per la paura che qualche
vicino passasse di li e la potesse vedere nuda e indifesa.
Gaetano e i
suoi amici si salutarono con calorosi abbracci.
-Quanto
tempo è passato. Disse il turco.
-Si
finalmente ho finito di scontare la pena e adesso si torna alla vecchia vita. Affermò
Gaetano.
- Sedetevi
comodi.
-Cornuto
porta un aperitivo ai miei amici, e tu Maria fai un pompino a tutti e tre,
tanto per cominciare. ordinò Gaetano
Il primo ad
aprire i pantaloni e tirare fuori il pene fu Carmelo Russo detto dumbo, e Maria
capi subito il perché del soprannome che aveva, pur essendo smilzo Carmelo era
superdotato, non aveva mai visto un pene cosi grosso, andò ad inginocchiarsi
davanti a lui e cominciò a leccarglielo, poi a fatica lo prese in bocca
sforzandosi di ingoiarlo tutto e cominciò a spampinarlo fino a farlo venire
nella sua bocca e ingoio tutto, dopo un attimo fu la volta di Angelo Cammarrata
detto Turco, che lo aveva di dimensioni più normali e alla fine toccò anche a
Salvatore Rizzo detto orso, tutti e tre le vennero in bocca e lei inghiottì
sempre ingoiato tutto.
Gaetano e i
suoi amici facevano battute volgari ad alta voce e ridevano sguaitamete.
Federico comparve
vicino alla porta del soggiorno e disse.
-Signori
posso servire la cena quando volete.
-Tu starai
in cucina ci servirà a tavola la svuota coglioni. Ordinò Gaetano.
I quarto si
sedette a tavola, Maria completamente nuda cominciò a servire a tavola.
-Dunque
amici, ho conosciuto questa coppia quando ero in carcere, tramite Don Maurizio,
che è diventato il mio padre confessore ed è il parroco del paese.
Federico e
Maria erano una coppia modello quando hanno cominciato a scrivermi in carcere,
dopo le prime lettere di conoscenza, mi hanno confessato che stavano vivendo
una vita piatta senza emozioni e nonostante si amassero avevano bisogno di
qualcosa di eccitante nella loro vita, non solo eccitante ma anche perverso e proibito,
piano piano si sono messi a nudo e mi hanno raccontato tutte le loro fantasie
più perverse.
Le ho
scritto anche io e li ho rassicurati che sarei stato in grado di farle vivere
tutte le loro fantasie, ma avrebbero dovuto aiutarmi a rimettere insieme la mia
vecchia banda, e darci appoggio nelle nostre future attività. Rapine,
estorsioni, ricatti, ecc..
Ecco come mi
hanno risposto.
Gaetano
estrasse dalla tasca dei pantaloni un pezzo di carta piegato, lo aprì poi
chiamò Maria.
-Vieni qui e
leggi ai mie amici quello che mi hai scritto.
-Si Padrone.
Maria si
avvicino prese la lettera dalle mani di Gaetano e cominciò a leggere.
Padron Gaetano è la vostra schiava Maria che vi
scrive.
Innanzitutto per ringraziarmi di aver capito
esattamente di cosa abbiamo bisogno io e mio marito Federico.
Per vivere una vita vera abbiamo bisogno di provare
sensazioni forti e di essere dominati, sia sessualmente che psicologicamente da
un uomo duro che sappia farsi ubbidire e servire.
Non vedo l’ora di diventare la vostra schiava qui in
casa mia con mio marito che farà solo da servitore e al limite ci osserverà.
Ho già contattato, uno dei vostri amici,
telefonicamente e si è detto disponibile a tornare in attività con voi quando
uscirete dal carcere.
Vostra schiava Maria.
Maria aveva
letto con voce tremate quello che aveva scritto, si vergognava tremendamente a
leggerlo cosi nuda davanti a persone non conosceva.
Era rossa in
volto dalla vergogna, piegò la lettera la riconsegno a Gaetano mettendosi in
ginocchio davanti a lui, il quale con un gesto bonario le passo la mano sulle
testa come si fa con un cane ubbidiente.
-Da oggi comincia
per te e per tuo marito una nuova vita, stanne pure certa schiava. Disse Gaetano.
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