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venerdì 3 febbraio 2012

IO TRA DÌ LORO cap 4

Avevamo appena trascorso tre giorni a Parigi io e Marisa, da soli.
Lucio aveva molto insistito per pagare lui stesso il nostro viaggio.
Inizialmente io avevo rifiutato quest’ipotesi fino a quando anche Marisa mi pregò con insistenza di accettare l’offerta.
- Ti prego accetta questo regalino da parte di mio marito, facci questo onore, per noi è un piacere - Mi aveva supplicato.
Così accettai. Non so quanto gli sia costata una camera presso l’Hotel Crillon, che di certo è uno dei più lussuosi della città, ma entrambi erano davvero felici del mio sì, anche perché prima di allora non avevo mai accettato alcun regalino. Loro lo facevano per affetto e generosità, ne ero convinto, ma comunque a me non andava. 
Tre giorni di sesso e tranquille passeggiate per Parigi.
Abbiamo fatto il solito giro per negozi e grandi magazzini (Printemps, La Fayette ecc..) e quindi deciso di acquistare della pregiata biancheria intima per Marisa: babydoll di pizzo, guépière, perizomi e reggiseno carioca, calze nere velate con la riga, reggicalze con pizzo.
In un altro negozio abbiamo comprato per lei un paio di stivali a fino sotto il ginocchio e per finire le ho regalato una cavigliera nuova, molto più bella di quella che portava ormai da due anni e che Marisa, praticamente fin dall’inizio della nostra storia, indossava come simbolo del nostro rapporto speciale.
Marisa ormai si era trasformata in una splendida femmina, intrigante e sexy, per mio esclusivo vantaggio. Non autorizzavo quasi più i rapporti sessuali tra loro due limitandomi, qualche rara volta, a lasciare che Lucio ci guardasse mentre facevamo l’amore senza però potersi mai toccare. Il più delle volte invece cacciavo Lucio dalla camera o, addirittura, lo mettevo fuori di casa, in attesa di una mia telefonata o sms per rientrare.
Rientrati da Parigi Lucio è venuto a prenderci all’aeroporto. Io e Marisa ci siamo seduti sul sedile posteriore lasciandolo solo davanti, come fosse il nostro autista.
Mentre lui guidava per portarci a casa noi due, sul sedile posteriore, ci baciavamo e toccavamo, poi lei mi ha aperto la patta dei pantaloni me lo ha tirato fuori e ha cominciato a succhiarmelo. Io l’ho lasciata fare mentre mi ero accorto che Lucio ogni tanto ci spiava dallo specchietto retrovisore.
- Pensa a guidare tu, non guardare dietro - Gli dissi
- Mi scusi signor padrone - Mi rispose
Quelle parole e il tono sottomesso con il quale le pronunciò mi fece eccitare ancora di più proprio mentre Marisa aumentava il ritmo del pompino che mi stava facendo.
Pochi secondi dopo le esplosi in gola e lei, dolce e devota, ingoiò tutto e poi ripulirmi con la lingua.
Il nostro rapporto non era mai stato volgare o violento, nonostante le situazione che si creavano. La coppia si sottometteva a me con passione e devozione e questo, al di là del sesso, era diventato un vero e proprio rapporto tra servi e padrone ma sempre senza alcuna forzatura. Per quanto incredibile tutto era naturale e piacevole.
- Ti fermi da noi a dormire? - Mi chiese Marisa.
- Ma sì, tanto non ho voglia di tornare a casa . Risposi
- Allora stanotte ci diamo dentro ancora? -
- Certo, stai tranquilla che non ci annoieremo! -
Appena entrati in casa, ordinai a Lucio di spogliarla. Lui guardò sua moglie negli occhi e lei gli disse:
- Su, ubbidisci -
Lui cominciò a spogliarla lentamente mentre lei mi guardava con aria sognante. La feci girare e le spinsi la nuca per indurla a chinarsi un po’ in avanti. Lei docilmente mi assecondò.
- Lucio, con due dita allargale un po’ la natica . Ordinai
Lui ubbidì. Io puntai il mio uccello nel sedere di Marisa e cominciai a spingere. Il buco si allargava pian piano. Le sfuggì un gemito, intanto che Lucio, spostatosi ad un passo, se ne stava li a guardare.
- Oh amore é bellissimo - Sussurrò lei. Io allora spinsi dentro con decisione finché le entrai completamente.
- Ti sento tutto dentro, è stupendo! -
Allora, con le mani, le afferrai le tette e cominciai ad andarle avanti e indietro nel culo. Marisa emetteva mugolii strozzati, ormai il buco si era adattato e il mio cazzo scivolava bene, dentro e fuori.
Entrambi eravamo vicini al orgasmo. Con una mano cominciai a massaggiarle il clitoride continuando a montarla sempre più con colpi convulsi. Esplodiamo insieme. Lei lanciò un urlo mentre io schizzavo a ripetizione dentro di lei… emise ancora un gemito poi restammo cosi fermi per lunghi minuti con il mio cazzo ancora grosso dentro di lei,  sfinito dal godimento.
Dopo esserci rinfrescati e aver mangiato un buon piatto di spaghetti che Lucio intanto aveva preparato io ero ancora stravolto mentre Marisa, nella sua vestaglia, sembrava fresca come una rosa.
- Non gli dai il regalino? -
Mi disse maliziosa.
- Sì, vado prenderlo. Me ne ero quasi scordato -
- Guarda cosa ti abbiamo portato da Parigi! - gli dissi porgendogli una bambola gonfiabile ancora nella sua confezione e da gonfiare prima dell’uso.
- Cosi ogni tanto anche tu, cornuto, fai qualcosa! -
Marisa ed io ci siamo ridevamo mentre Lucio, a testa bassa, disse:
- Grazie del regalo padrone -




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